Ubi Petrus, ibi Ecclesia: "Dove c'è Pietro, lì c'è la Chiesa" (Sant'Ambrogio, Explanatio Psalmi XL, 30, 5)

lunedì 16 settembre 2019

NON CI RESTA CHE ... PREGARE!


LA POLITICA AVVELENATA
Francesco: «Alle volte, io sento compassione per i governanti, perché le cose che ricevono sono adulazioni da parte dei loro favoriti o insulti»

di Antonino Legname

«Io sono sicuro che non si prega per i governanti. Sì, li si insulta, sì, quello sì. Sembrerebbe che la preghiera ai governanti sia insultarli perché “non mi piace quello che fa”, perché “è un corrotto”» - ha detto Papa Francesco nella Meditazione mattutina della Messa celebrata a Santa Marta il 16 settembre 2019. È difficile pregare per i politici, ed è molto facile denigrarli; viene quasi spontaneo mettere i politici nella pubblica piazza mediatica per lapidarli con grosse pietre di insulti. Il Pontefice ammette che a volte qualche politico meriterebbe di essere insultato, così come lo meriterebbero alcuni preti e vescovi, ma questa non è la strada indicata da San Paolo, il quale, invece, esorta il popolo a pregare, «senza collera e senza polemiche», per i governanti e per coloro che hanno potere.
Quando capiremo che «la politica è la forma più alta della carità», come amava ripetere Paolo VI. La politica, con la «P» maiuscola è ricerca e realizzazione del bene comune. Purtroppo, spesso si dice che la politica sia qualcosa di sporco. Ma, come spiega Francesco - «siamo noi a sporcare una cosa, ma non è la cosa in sé che è sporca». Non è sporca la politica in sé stessa, ma è sporco solo ciò che noi sporchiamo con la corruzione, con l’abuso di potere e con le reciproche ingiurie e calunnie. Il Pontefice insiste nel dire che per un cristiano è di fondamentale importanza pregare per i governanti, per i politici e per tutti coloro che guidano un’istituzione politica, o un’amministrazione nazionale o locale». Purtroppo, ci stiamo abituando a quel «rosario di insulti e di parolacce, di squalificazioni...» nei confronti dei politici. Papa Francesco sente «compassione» per quei politici e governanti che ricevono adulazioni da parte dei loro favoriti e vengono coperti di insulti dagli oppositori. Abbiamo il dovere di accompagnare e di sostenere i nostri governanti, anche con la preghiera, affinché possano mettere da parte il bene personale o di partito e sappiano spendersi per il bene di tutto il popolo. Al Vescovo di Roma «sembra che lo spirito patriottico non arrivi alla preghiera», ma purtroppo arrivi con facilità «alle squalificazioni, all’odio, alle liti». Non c’è dubbio che fa parte della politica dialogare, ed è compito del Parlamento discutere i problemi del Paese, ma non si dovrebbe mai insultare l’altro per annientarlo umanamente e politicamente. Anzi, consiglia Francesco, «si deve pregare per l’altro, per quello che ha un’opinione diversa dalla mia». Occorre che si realizzi la circolarità nella preghiera; perciò non è utopia pensare che – conclude il Papa - «se il popolo prega per i governanti, i governanti saranno capaci pure di pregare per il popolo».

ALTRI ARTICOLI