Ubi Petrus, ibi Ecclesia: "Dove c'è Pietro, lì c'è la Chiesa" (Sant'Ambrogio, Explanatio Psalmi XL, 30, 5)

domenica 29 settembre 2019

LA FORZA DI PERDONARE CHI CI FA DEL MALE


IL “CANCRO DIABOLICO” DELLA CALUNNIA
Francesco: «Quale è la peggiore zizzania che distrugge una comunità? La zizzania della mormorazione, la zizzania del chiacchiericcio»

 
Papa Francesco all'Udienza Generale del 25 settembre 2019 (foto da vatican.va)

di Antonino Legname

«La calunnia uccide sempre. Questo “cancro diabolico”, che nasce dalla volontà di distruggere la reputazione di una persona», ha detto Papa Francesco nella Catechesi dell’Udienza Generale di Mercoledì 25 settembre 2019, in Piazza San Pietro. La calunnia è una patologia molto grave che aggredisce e danneggia il corpo ecclesiale. Senza peli sulla lingua il Pontefice, ancora una volta, condanna fortemente la brutta abitudine di coloro che si coalizzano per infangare qualcuno; spesso lo fanno «per meschini interessi o per coprire le proprie inadempienze». Il virus della calunnia è molto contagioso e colpisce persone e comunità. «La calunnia e la falsa testimonianza – ribadisce Francesco – sono la soluzione più meschina per annientare un essere umano». Il Vescovo di Roma fa presente che anche nella comunità cristiana delle origini non mancavano i problemi, i contrasti e le divisioni. E ricorda l’episodio raccontato negli Atti degli Apostoli quando nella comunità venivano accolti «non solo i giudei, ma anche i greci, cioè persone provenienti dalla diaspora, non ebrei, con cultura e sensibilità proprie e con un’altra religione». Alcuni si scandalizzavano dell’accoglienza dei cosiddetti «pagani» e di fronte a questo problema spuntò la «zizzania». Il Papa si domanda: «Quale è la peggiore zizzania che distrugge una comunità?». La risposta del Pontefice è chiara: «La zizzania della mormorazione, la zizzania del chiacchiericcio: i greci mormorano per la disattenzione della comunità nei confronti delle loro vedove». A quel punto gli Apostoli, per ristabilire gli equilibri all’interno della comunità cristiana, scelsero «sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di sapienza» (At 6,3), con il compito di servire alle mense e di aver cura dei più poveri. La presenza e il ministero del servizio dei diaconi permise agli Apostoli di dedicarsi alla loro vocazione principale, cioè alla preghiera e alla predicazione della Parola di Dio: «pregare e annunciare il Vangelo». Chi è il diacono nella Chiesa? Papa Francesco, anzitutto, ci tiene a precisare che il diacono «non è un sacerdote in seconda, è un’altra cosa; non è per l’altare, ma per il servizio»; e ricorda l’esempio del diacono Stefano, accusato da falsi testimoni e condannato a morte con la lapidazione, per aver evangelizzato con «parresia». Non dimentichiamo che anche con Gesù avevano fatto lo stesso «e lo stesso faranno con tutti i martiri mediante falsi testimoni e calunnie» - dice il Vescovo di Roma. Cosa fare nei confronti dei calunniatori? Il Papa ci chiede di fare come ha fatto Gesù e come ha fatto il diacono Stefano: «abbandonare la propria vita nelle mani del Padre e perdonare chi ci offende». Non è facile, ma è questo che ci identifica come figli di Dio e qualifica la nostra fede.

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