«TUTTI UNITI IN UN’UNICA FAMIGLIA»
«Questa
è l’ora dell’amore! La carità di Dio che ci rende fratelli tra di noi è il
cuore del Vangelo!»
di Antonino Legname
«Vengo a voi come un fratello … camminando con voi sulla
via dell’amore di Dio, che ci vuole tutti uniti in un’unica famiglia» - ha
detto Papa Leone XIV nell’Omelia della Messa per l’inizio del suo Ministero Petrino,
Domenica 18 maggio 2025. In una Piazza San Pietro gremita di fedeli, e in
mondovisione, il nuovo Vescovo di Roma, ricordando la sua elezione, dice: «sono
stato scelto senza alcun merito e, con timore e tremore, vengo a voi come
un fratello che vuole farsi servo della vostra fede e della vostra gioia».
Il nuovo successore di Pietro è chiamato ad essere «un pastore capace di
custodire il ricco patrimonio della fede cristiana e, al contempo, di gettare
lo sguardo lontano, per andare incontro alle domande, alle inquietudini e alle
sfide di oggi». Papa Leone XIV affida il suo ministero petrino, di essere
segno visibile di unità, «all’opera dello Spirito Santo, che ha saputo
accordare i diversi strumenti musicali, facendo vibrare le corde del nostro
cuore in un’unica melodia». Ovviamente, per fare agire lo Spirito
Santo occorre evitare due rischi: da una parte la chiusura nei particolarismi e
negli esclusivismi di gruppo, che portano alla divisione; e dall’altra parte, la
pretesa di costruire l’unità secondo progetti e calcoli umani, con il rischio dell’uniformità
e dell’omologazione. Non dobbiamo «chiuderci nel nostro piccolo gruppo né
sentirci superiori al mondo - ha detto Papa Leone - siamo chiamati a offrire a
tutti l’amore di Dio, perché si realizzi quell’unità che non annulla le
differenze, ma valorizza la storia personale di ciascuno e la cultura sociale e
religiosa di ogni popolo». Papa Francesco, in uno dei suoi Discorsi, aveva detto che «la Chiesa
non è mai uniformità, ma diversità che si armonizzano nell’unità e questo vale
in ogni realtà ecclesiale». Non c’è dubbio che senza la presenza e l’opera
dello Spirito Santo ci sarebbe una grande Babele anche nella Chiesa cattolica. Anche
se con parole diverse, Papa Leone XIV ha ribadito quanto insegnato dai suoi due ultimi predecessori, e cioè che la Chiesa nella sua spinta missionaria non si impone
con il proselitismo ma cresce per attrazione grazie alla testimonianza coerente
e alla gioia di coloro che hanno incontrato e sperimentato l’amore di Gesù nella
loro vita. Dice Papa Leone: «Non si tratta mai di catturare gli altri con la
sopraffazione, con la propaganda religiosa o con i mezzi del potere, ma si
tratta sempre e solo di amare come ha fatto Gesù». Il Vescovo di Roma ci
ricorda che «in questo nostro tempo, vediamo ancora troppa discordia, troppe
ferite causate dall’odio, dalla violenza, dai pregiudizi, dalla paura del
diverso, da un paradigma economico che sfrutta le risorse della Terra ed
emargina i più poveri». Cosa fare? Come Chiesa siamo chiamati «a
costruire l’edificio di Dio nella comunione fraterna, nell’armonia dello
Spirito, nella convivenza delle diversità». Le radici della spiritualità agostiniana
sono evidenti nell’omelia di Papa Leone, soprattutto quando parla di “inquietudine”
in riferimento al cuore che si agita fino a quando non trova il suo riposo e la sua pace in
Dio. E come Pastore della Chiesa universale, il Pontefice esorta tutti gli uomini
di buona volontà ad ascoltare la proposta d’amore del Signore «per diventare
la sua unica famiglia: nell’unico Cristo noi siamo uno. E questa è la
strada da fare insieme, tra di noi ma anche con le Chiese cristiane sorelle,
con coloro che percorrono altri cammini religiosi, con chi coltiva
l’inquietudine della ricerca di Dio, con tutte le donne e gli uomini di buona
volontà, per costruire un mondo nuovo in cui regni la pace». Ecco ben
tracciato in sintesi il programma pastorale di Papa Leone XIV, che vogliamo
affidare alla protezione di Maria, Madre del Buon Consiglio.