Ubi Petrus, ibi Ecclesia: "Dove c'è Pietro, lì c'è la Chiesa" (Sant'Ambrogio, Explanatio Psalmi XL, 30, 5)

domenica 25 marzo 2018

DOMENICA DELLE PALME: DALL'OSANNA AL CROCIFIGGILO


IL GRIDO DEI GIOVANI NELLA CHIESA
Papa Francesco: «Far tacere i giovani è una tentazione che è sempre esistita»



di Antonino Legname

«Un giovane gioioso è difficile da manipolare» - ha detto Papa Francesco nell'Omelia della celebrazione della Domenica delle Palme e della Passione del Signore, il 25 marzo 2018 in piazza San Pietro. L'ingresso di Gesù in Gerusalemme è stato una «festa di popolo». Il Pontefice ha messo in evidenza alcune esperienze che si incrociano nella vita del popolo: «storie di gioia e di sofferenza, di errori e di successi che fanno parte del nostro vivere quotidiano». Anche i cristiani, uomini e donne di questo tempo, vivono le contraddizioni: sono «capaci di amare molto … e anche di odiare – e molto –; capaci di sacrifici valorosi e anche di saper “lavarcene le mani” al momento opportuno; capaci di fedeltà ma anche di grandi abbandoni e tradimenti». Francesco mette in risalto la gioia che viene sperimentata dai peccatori perdonati, che hanno ritrovato la fiducia e la speranza. Purtroppo, questa gioia può risultare scomoda, «assurda e anche scandalosa per quelli che si considerano giusti e “fedeli” alla legge e ai precetti rituali». Coloro che si sentono superiori agli altri e confidano nelle proprie capacità e forze non sono capaci di condividere ed apprezzare la gioia altrui. E per questo sono pronti a gridare «Crocifiggilo». Papa Francesco spiega che questo grido di condanna non è spontaneo ma manipolato, costruito ad arte con il disprezzo, la calunnia e la falsità delle testimonianze. Povero popolo! Facilmente influenzabile da chi riesce a manipolare la realtà e a creare una versione dei fatti a proprio vantaggio. Quanta attualità e verità c'è nelle parole del Papa, specialmente quando mette in luce la furbizia di chi riesce a «incastrare» altri pur di restare a galla, «di chi non ha scrupoli a cercare i mezzi per rafforzare sé stesso e mettere a tacere le voci dissonanti … È la voce di chi vuole difendere la propria posizione screditando specialmente chi non può difendersi. È il grido fabbricato dagli “intrighi” dell’autosufficienza, dell’orgoglio e della superbia che proclama senza problemi: “Crocifiggilo, crocifiggilo!”». Potremmo dire con Gesù: “Chi ha orecchie per intendere, intenda”. C'è sempre la tentazione di alcuni, anche nella Chiesa, di mettere a tacere la festa del popolo: «si demolisce la speranza, si uccidono i sogni, si sopprime la gioia; così alla fine si blinda il cuore, si raffredda la carità». Francesco esorta a non addormentare la solidarietà, a non spegnere gli ideali, a non rendere insensibile lo sguardo, a non voler cancellare «la compassione, che è la debolezza di Dio». E rivolgendosi ai giovani, nella Giornata Mondiale a loro dedicata, il Papa ha detto di non rassegnarsi al silenzio, ma di gridare con forza. «Far tacere i giovani è una tentazione che è sempre esistita» - ha rimarcato - spiegando che  «ci sono molti modi per rendere i giovani silenziosi e invisibili. Molti modi di anestetizzarli e addormentarli perché non facciano “rumore”, perché non si facciano domande e non si mettano in discussione. “State zitti voi!”. Ci sono molti modi di farli stare tranquilli perché non si coinvolgano e i loro sogni perdano quota e diventino fantasticherie rasoterra, meschine, tristi». Non bisogna permettere che questo si verifichi - ha concluso Francesco - esortando i giovani a gridare con forza e coraggio la loro gioia per fare sentire a tutti l'Osanna della domenica delle Palme e non il  «crocifiggilo» del venerdì. 


giovedì 22 marzo 2018

L'AMORE VISCERALE DI DIO

NON TI SCORDAR DI ME
Francesco: «Dio ci ama, come padre e come madre»
 
IL FIORE "NON TI SCORDAR DI ME"


di Antonino Legname

 «Questo è l’amore di Dio, come quello della mamma. Dio non si scorda di noi. Mai» - ha detto Papa Francesco nell'omelia della Messa a  Santa Marta, il 22 marzo 2018. Il Pontefice ci ricorda che Dio è sempre fedele, anche quando noi siamo peccatori. Il Signore non si dimentica di noi, come non si dimenticò del suo Popolo, nonostante i peccati e l'idolatria. In diverse occasioni Francesco ha detto che l'amore di Dio è un amore viscerale, come quello di una madre. Per aiutarci a comprendere questo amore smisurato e profondo, Bergoglio ricorda che in Argentina, in occasione della festa della mamma, si regala un fiore, chiamato «non di scordare di me», che ha due colori: uno azzurro molto delicato e soave, per le mamme vive, e l'altro viola, per le madri defunte. Questa verità che Dio è sempre fedele e non si dimentica di noi ci dà sicurezza: «Di noi possiamo dire: “Ma, la mia vita è tanto brutta … Sono in questa difficoltà, sono un peccatore, una peccatrice …”. Lui non si dimentica di te - ci assicura Francesco -  perché ha questo amore viscerale, ed è padre e madre». Purtroppo, noi tante volte non siamo fedeli a Dio e abbiamo bisogno di accostarci al Sacramento della Penitenza. Ma andare a confessarsi - ha spiegato il Papa - non è come andare in tintoria a togliere le macchie e le sporcizie, ma è anzitutto incontrare il Padre misericordioso e fare l'esperienza della tenerezza del suo abbraccio. Mai dobbiamo dimenticare che Dio è fedele e ci aspetta sempre. E in conclusione Francesco ribadisce con forza la centralità dell'amore e della fedeltà di Dio: «Lui è fedele, lui mi conosce, lui mi ama. Mai mi lascerà solo. Mi porta per mano. Cosa posso volere? Cosa di più? Cosa devo fare? Esulta in speranza. Esulta nella speranza, perché il Signore ti ama come padre e come madre». Questa meravigliosa verità, cioè che noi siamo nel cuore di Dio, è centrale nel Vangelo della gioia.

domenica 18 marzo 2018

IL MISTERO DEL DOLORE NELLE PIAGHE DI GESU'


GUARDARE DENTRO IL CROCIFISSO
Papa Francesco: «La croce non è un ornamento ma il supremo atto d'amore»


di Antonino Legname

«Come guardo io il crocifisso? Come un’opera d’arte, per vedere se è bello o non bello? O guardo dentro, entro nelle piaghe di Gesù fino al suo cuore?» - ha domandato Papa Francesco, durante l'Angelus del 18 marzo 2018, in piazza San Pietro. Il Pontefice ci ricorda che «nell’immagine di Gesù crocifisso si svela il mistero della morte del Figlio come supremo atto di amore, fonte di vita e di salvezza per l’umanità di tutti i tempi». Di fronte alla Croce, il velo pietoso che copre il mistero del dolore si squarcia. «Il crocifisso non è un oggetto ornamentale o un accessorio di abbigliamento – a volte abusato! – ma è un segno religioso da contemplare e comprendere» - ha rimarcato il Pontefice. In una delle sue Omelia a Santa Marta, il 15 marzo 2016, Francesco aveva già detto che “il Crocifisso non è un ornamento, non è un’opera d’arte, con tante pietre preziose, come se ne vedono: il Crocifisso è il mistero dell’«annientamento» di Dio, per amore”. E l'amore di Dio è abbondante e smisurato; è un grande amore senza limiti, che ti abbraccia e ti bacia con tenerezza. Se si vuole conoscere l'amore immenso di Dio dobbiamo guardare il Crocifisso: “un uomo torturato, morto, che è Dio, «svuotato della divinità», sporcato, «fatto peccato»” (ibid.). E nell'Omelia del 4 aprile 2017, Francesco aveva detto che è anche opportuno domandarci: “«Come porto io la croce: come un ricordo? Quando faccio il segno della croce, sono consapevole di quello che faccio? Come porto io la croce: soltanto come un simbolo di appartenenza a un gruppo religioso? Come porto io la croce: come ornamento, come un gioiello con tante pietre preziose d’oro?». 
Oppure «ho imparato a portarla sulle spalle, dove fa male?»”. È vero che la croce è il segno e il simbolo dei cristiani, ma - osserva il Papa - è anche vero che alle volte, per la poca fede, non sempre facciamo bene il segno della croce. E non possiamo negare che “per alcune persone è un distintivo di appartenenza: «Sì, io porto la croce per far vedere che sono cristiano». E sta bene - ha detto Francesco - però non solo come distintivo, come se fosse il distintivo di una squadra” (ibid.); e poi - ribadisce - ci sono “altri che portano la croce come un ornamento, portano croci con pietre preziose, per farsi vedere”. Dobbiamo, invece, convincerci che “non si tratta di una croce ornamentale, o di una croce ideologica, ma è la croce della vita, è la croce del proprio dovere, la croce del sacrificarsi per gli altri con amore - per i genitori, per i figli, per la famiglia, per gli amici, anche per i nemici -, la croce della disponibilità ad essere solidali con i poveri, a impegnarsi per la giustizia e la pace” (Angelus, 19 giugno 2016).

mercoledì 14 marzo 2018

STEPHEN HAWKING E "LA FORZA DIO"

CREAZIONE E BUCHI NERI
Per Hawking il «Fattore Dio» sarebbe all'origine della creazione e avrebbe giocato un ruolo importante nel determinare la forma attuale dell'Universo.
  

 di Antonino Legname

Stephen Hawking, conosciuto per i suoi studi sui buchi neri, oggi, 14 marzo 2018, è morto. Per trent'anni, dal 1979 al 2009, lo scienziato occupò la cattedra lucasiana di matematica all'Università di Cambridge in Inghilterra, un tempo occupata da Isaac Newton; in una intervista alla ABC Television, nel 1989, lo scienziato ammise: “È difficile discutere sull'origine dell'universo senza menzionare il concetto di Dio. La mia opera sull'origine dell'universo è al confine tra scienza e religione, ma io cerco di rimanere dal lato scientifico del confine. È del tutto possibile che Dio agisca in modi che non possono essere descritti dalle leggi scientifiche”[1] Nel febbraio 2016 Hawking sorprese la comunità scientifica quando, durante un discorso agli studenti dell'Università di Cambridge, annunciò che egli crede che dietro la creazione ci sia «una qualche forma di intelligenza». Lo scienziato riferisce che dopo anni di ricerca è arrivato alla conclusione che esiste uno strano fattore scientifico che per molti versi è in contrasto con le leggi universali della fisica. Questo strano fenomeno egli lo chiama «il fattore Dio», che sarebbe all'origine della creazione e avrebbe giocato un ruolo importante nel determinare la forma attuale dell'Universo[2]. Ammettere che ci sia all'inizio di tutto un «disegno intelligente» non dimostra in alcun modo che Dio esiste, ma dice solo che una «forza come Dio», «God-like force», ha svolto un ruolo nella creazione dell'Universo, che si può datare circa 13,8 miliardi di anni fa. E pensare che da sempre Hawking si era dichiarato ateo e a proposito della nascita dell'universo aveva sostenuto: «Poiché esistono leggi come quella della gravità, l'universo può crearsi e si crea dal nulla. La creazione spontanea è il motivo per cui c'è qualcosa anziché nulla, per cui l'universo esiste, per cui noi esistiamo! Non è necessario invocare Dio»[3]. Le dichiarazioni del cosmologo inglese a favore del «Disegno Intelligente», come c'era da aspettarsi, hanno provocato forti reazioni di dissenso nella comunità scientifica e qualcuno è arrivato a dire che per Hawking era giunto il momento di andare in pensione perché anche le grandi menti col tempo cadono[4]. Cosa ha portato lo scienziato a questo cambiamento radicale di rotta? Certamente, come lui stesso racconta, ha avuto un influsso forte l'esperienza di quasi-morte del fratello, colpito da un infarto, e per 43 minuti clinicamente morto: «La scienza moderna si basa sulla percezione che la coscienza si trova all'interno del cervello umano, ma quello che mio fratello ha sperimentato nel corso della sua morte clinica, non riesco a spiegare. Lui mi ha detto dell'esistenza di un essere senziente, di un altro mondo, che ha chiamato Dio»[5]. Questo è quello che ha riferito lo scienziato! Per inciso, voglio annotare che Hawking, in occasione della riunione Plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze, che si è svolta a partire dal 25 novembre 2016, ebbe un incontro privato con Papa Francesco.


[1]     Citato da Kitty Ferguson, Stephen Hawking: Quest for a Theory of everything, Bantam, New York 1992, p. 85:[ Trad. it. Stephen Hawking. Una vita alla ricerca della Teoria del Tutto, Rizzoli 2011].
[2]     http://worldnewsdailyreport.com/stephen-hawkins-admits-intelligent-design-is-highly-probable/
[3]     https://it.wikipedia.org/wiki/Stephen_Hawking#cite_ref-124
[4]     http://worldnewsdailyreport.com/stephen-hawkins-admits-intelligent-design-is-highly-probable/
[5]     Ibid.

BREVE LETTERA INEDITA DI PAPA FRANCESCO A MONS. LEGNAME

FRANCESCO 
TEOLOGO DEL POPOLO
UN RICORDO PERSONALE PER RENDERE OMAGGIO AL PAPA 
NEL QUINTO ANNIVERSARIO DELLA SUA ELEZIONE AL SOGLIO DI PIETRO


Il 20 luglio 2014, Papa Francesco mi scrisse un biglietto autografo per ringraziarmi del libro "Francesco il Traghettatore di Dio", che Gli avevo inviato. Questa è la prima volta che rendo pubblico il contenuto della breve lettera.

Lo scritto del Papa fa seguito alla telefonata che lo stesso Francesco mi aveva regalato, con mia grande sorpresa ed emozione, qualche giorno prima, chiamandomi al cellulare, dove appariva il numero sconosciuto. Nella Lettera il Pontefice mi scrive:

                                           Vaticano, 20 luglio 2014
P. Antonino Legname


Caro fratello:
            adesso per scritto voglio ringraziarti                 
il libro “Francesco il Traghettatore di Dio”. Lo
leggerò volentieri.
            Da noi si ha lavorato tanto sulla
"teologia del popolo“(niente da vedere con la
teologia della liberazione). I due teologi più
grandi sono Lucio Gera (un trevisano che
da bambino è migrato in Argentina), e Ra-
fael Tello. C'è un giovane teologo, Enrique C.
Bianchi*, che ha scritto un recente libro: “Pobres
en este mundo, ricos en la fe“: è molto buono.
            Ti auguro un buon lavoro fra la
gente, e che sia capace di cognoscere il nome
di ogni uno dei tuoi fedeli … anche il nome dei
loro cani**. Per favore, non dimenticare di pregare
per me. Che il Signore ti benedica e la Madonna
ti custodisca.
                        Fraternalmente,
                                                           Francesco


*  Il 10 maggio 2012, il Card. Jorge Mario Bergoglio s.j, presentò a Buenos Aires, presso la Facultad de Teología de la UCA, il libro di ENRIQUE C. BIANCHI, Pobres en este mundo, ricos en la fe. La fe de los pobres de América Latina según Rafael Tello, Ágape, Buenos Aires, 2012, pp. 266. Nei miei libri successivi ho fatto tesoro dei consigli bibliografici che Papa Francesco mi ha offerto per il mio lavoro di ricerca sulla "Teologia del Popolo". 

** Il Papa si riferisce ad un fatto a lui accaduto e che ho riportato nel mio libro: un parroco un giorno confidò a Bergoglio di conoscere non solo il nome di tutti i suoi parrocchiani ma anche quello dei loro cani. Quel sacerdote si aspettava che Francesco gli facesse un apprezzamento sulla bella memoria; invece, il Papa lo elogiò per lo zelo pastorale, perchè quel parroco conosceva così bene i suoi fedeli fino al punto di memorizzare anche il nome dei loro cani.

domenica 11 marzo 2018

GLI ALIENI TRA SCIENZA E FANTASCIENZA

LA CHIESA E GLI EXTRATERRESTRI
Papa Francesco: «Il Creatore è infinitamente più grande delle nostre conoscenze»


di Antonino Legname

C'è vita su altri pianeti? A questa domanda la scienza non è in grado di rispondere; si possono fare solo ipotesi sulla possibilità che esista un pianeta come la terra, che giri attorno ad una stella, capace di accogliere la vita. In ogni caso la possibilità che esista la vita in altri pianeti non mette in crisi la fede e non è contraria all'insegnamento della Chiesa cattolica. Anche se un giorno si scoprisse che nell'universo siamo in compagnia di altri esseri viventi, i princìpi religiosi in cui crediamo non sarebbero annullati. La Bibbia non ci dice nulla che possa affermare o negare l'esistenza di una vita intelligente in qualche altra parte dell'universo. Neppure la religione cristiana, dunque, pretende di possedere la completezza della conoscenza di Dio fino al punto da limitarne la sua azione creatrice al pianeta Terra e agli esseri umani. Ma fino ad oggi nessuno ha confermato l'ipotesi dell'esistenza di extraterrestri e non si sono trovate tracce di vita nell'universo sconfinato. Allo stato attuale la probabilità che ci sia vita al di fuori del pianeta terra è talmente minima da renderla praticamente nulla. Quando a Papa Francesco in un'intervista, realizzata il 9 ottobre 2015, posero la questione: «La Nasa ha annunciato lo scorso luglio la scoperta di un pianeta dalle dimensioni simili a quelle terrestri, Kepler 452 B, che assomiglia alla Terra. Ci saranno altrove altri esseri pensanti?». Il Papa rispose: “finora le conoscenze scientifiche hanno sempre escluso che vi sia traccia di altri esseri pensanti nell’universo. È vero, finché non venne scoperta l’America noi pensavamo che non esistesse, e invece esisteva. Ma in ogni caso credo che ci si debba attenere a quanto ci dicono gli scienziati, pur sempre coscienti che il Creatore è infinitamente più grande delle nostre conoscenze”.  Pertanto, non si può escludere in maniera assoluta l'ipotesi che non siamo soli in questo «mare di stelle sconfinato». Ma fino ad oggi non ci sono prove scientifiche dell'esistenza di tracce di vita al di fuori della terra. Ma dove non arriva la scienza ci prova la fantasia creativa dell'uomo con la fantascienza. L'abbondante produzione cinematografica sugli “alieni” e gli “extraterrestri” ne è una chiara testimonianza.  Al di là della narrativa fantascientifica, nulla ci è dato sapere sull'esistenza ipotetica di esseri extraterrestri. Il 3 settembre 2017, alcuni quotidiani italiani hanno diffuso la notizia che l'astrofisico Stephen Hawking, «ha forse scoperto nell’Universo quello di cui ha più paura: tracce di vita aliena. Da una galassia nana distante 3 miliardi di anni luce arrivano 15 nuovi e misteriosi segnali radio, che potrebbero essere stati emessi da una civiltà extraterrestre … da forme di vita evolute e intelligenti». Il condizionale è d'obbligo! «Non abbiamo idea da dove i segnali provengano - ha detto con prudenza Vishal Gajjar, del “Berkeley Research Centre” -. Ci sono solo 30 sorgenti di questi segnali nell’Universo e una sola che si ripete. Dobbiamo studiarla ancora. Ci sono più teorie che fonti di segnali, più domande che risposte. Più studiamo e più troviamo cose strane». Quello che sappiamo con certezza è che nell'immenso universo c'è un «piccolo granello di polvere», che si chiama terra, dove si è sviluppata la vita e dove l'essere umano è il protagonista principale e cosciente della sua avventura esistenziale, che, sul piano biologico della natura, inizia con la nascita e finisce con la morte.
 [Dal libro di Antonino Legname, La Teopsia di Francesco. Tra scienza e fede, il nuovo umanesimo cristiano, integrale, popolare, solidale, inclusivo e   gioioso, Le Nove Muse, Catania 2017, vol. II, pp. 672-674].

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