QUALE CHIESA
TRA CONSERVATORI, MODERATI E PROGRESSISTI?
C'è chi dice che la Chiesa sia troppo compromessa e conformata ai parametri del mondo moderno e chi al contrario ne lamenta l'arretratezza e l'insensibilità di fronte ai tanti bisogni della società di oggi. C'è chi la vuole più spirituale, più incentrata sulla dottrina cattolica e sui valori cosiddetti non negoziabili e c'è, invece, chi la vorrebbe più presente, più inclusiva e più incisiva nel tessuto sociale, specialmente a favore degli ultimi e delle fasce più deboli. Da una parte c'è chi sogna una Chiesa distaccata da ogni forma di legame mondano e spogliata del potere temporale, dall'altra parte c'è chi la vorrebbe più inserita nelle problematiche e nelle sfide della società d'oggi. Da sempre la Chiesa è stata tirata da destra e da sinistra, in avanti e indietro; nel corso dei secoli è stata forte la tentazione di suddividerla in progressisti, moderati e conservatori. Ovviamente il nuovo Papa non potrà non tener conto di tutte le sensibilità presenti nella Chiesa. Ma al giorno d'oggi, ha senso avere la nostalgia di un passato glorioso del Papato, ma di una gloria umana, forse troppo umana? Purtroppo, alcuni gesti di Papa Francesco sono stati visti dai più conservatori come una minaccia alla dignità del papato e la sua vicinanza al popolo è stata scambiata per "populismo". C'è chi invoca una "restaurazione" nella Chiesa cattolica. Ma già Benedetto XVI spiegava che, se per "restaurazione si intende un tornare indietro, allora nessuna restaurazione è possibile. La Chiesa va avanti verso il compimento della storia, guarda innanzi al Signore che viene. No: indietro non si torna né si può tornare". Ovviamente, occorre cercare un sano equilibrio per evitare aperture esagerate o sconsiderate verso quel mondo agnostico, laicista, relativista e ateo che chiede a tutti i costi lo "snaturamento" della Chiesa e il suo adeguamento indiscriminato al mondo moderno. Sono convinto che la realtà della Chiesa di oggi non può più sopportare la dicotomia tra "conservatori" e "progressisti"; abbiamo urgente bisogno di nuovi profeti, di un Papa che sia capace di andare oltre questi schieramenti di parte che sono troppo mondani e fanno tanto male alla Chiesa. Non dobbiamo pensare la Chiesa in termini di "partiti" o di "cordate". Purtroppo, la faziosità non è estranea nella vita di alcuni uomini di chiesa. E' innegabile che quest'ultimo periodo della nostra storia sia stato segnato da profondi mutamenti e turbamenti globali a livello sociale, culturale, etico, economico, sanitario e politico. La Chiesa, con Papa Francesco, si è trovata in mezzo a gravi sconvolgimenti epocali; e le guerre che attualmente insanguinano con inaudita crudeltà i popoli in diverse parti del mondo - la cosiddetta guerra mondiale a pezzi, come la chiamava Papa Francesco - responsabilizzano ancora di più i Pastori della Chiesa; e il nuovo Papa dovrà continuare a gridare con tutte le sue forze e con tutta la sua autorità morale: basta guerre! Tacciano le armi di questa inutile strage! Papa Francesco ci lascia un ricco patrimonio di gesti e di testi che dobbiamo valorizzare e studiare. Non bisogna disperdere quello che ci ha insegnato sulle esigenze radicali del Vangelo e l'opzione preferenziale per gli ultimi. Forse, molti si aspettavano da questo pontificato radicali cambiamenti e riforme strutturali nella Chiesa. Francesco ha avviato tanti processi, su diversi fronti, che richiedono di essere portati avanti dal nuovo Papa; ha scelto di annunciare il Vangelo all'uomo d'oggi, non solo con le parole ma soprattutto con la testimonianza di una vita cristiana coerente, con il linguaggio dei segni, dei gesti carichi di umanità, di tenerezza, di compassione, di accoglienza di tutti nello stato di vita in cui si trovano, dando a tutti la possibilità della conversione. Chi si aspettava grandi riforme strutturali da parte di Francesco forse è rimasto deluso; ma la vera riforma, o meglio la rivoluzione di Francesco, è stata soprattutto quella della tenerezza, la cui fonte è il cuore misericordioso di Dio nei confronti dell'uomo peccatore. Papa Bergoglio ha messo i presupposti per la realizzazione di quelle riforme necessarie alla Chiesa del nostro tempo e ci ha insegnato lo stile per realizzarle, non perdendo mai di vista l'uomo con tutte le sue fragilità e miserie. I cantieri su alcuni temi più urgenti del nostro tempo sono stati aperti; il nuovo Successore dell'Apostolo Pietro, con profondo spirito di discernimento, dovrà fare alcune scelte prioritarie per rendere comprensibile e credibile l'annuncio del Vangelo in un mondo che cambia in maniera accelerata; avrà il delicato compito di continuare a lavorare per tessere sempre di più l'unità della Chiesa, armonizzando le diversità e le tante sensibilità, senza cedere al rischio dell'uniformità e dell'appiattimento. Le riforme avviate da Papa Francesco, particolarmente quelle che si riferiscono alla sinodalita', richiedono di essere sempre più capite e incarnate nella vita della Chiesa e nel vissuto di ogni cristiano. Il Cardinale Pietro Parolin, nell'omelia della Messa del 27 aprile 2025 nel sagrato della Basilica di San Pietro, ricordando Papa Francesco, ha detto: "La Sua eredità dobbiamo accoglierla e farla diventare vita vissuta, aprendoci alla misericordia di Dio e diventando anche noi misericordiosi gli uni verso gli altri. La misericordia ci riporta al cuore della fede. Ci ricorda che non dobbiamo interpretare il nostro rapporto con Dio e il nostro essere Chiesa secondo categorie umane o mondane, perché la buona notizia del Vangelo è anzitutto la scoperta di essere amati da un Dio che ha viscere di compassione e di tenerezza per ciascuno di noi a prescindere dai nostri meriti; ci ricorda, inoltre, che la nostra vita è intessuta di misericordia: noi possiamo rialzarci dopo le nostre cadute e guardare al futuro solo se abbiamo qualcuno che ci ama senza limiti e ci perdona. E, perciò, siamo chiamati all’impegno di vivere le nostre relazioni non più secondo i criteri del calcolo o accecati dall’egoismo, ma aprendoci al dialogo con l’altro, accogliendo chi incontriamo lungo il cammino e perdonando le sue debolezze e i suoi errori. Solo la misericordia guarisce e crea un mondo nuovo, spegnendo i fuochi della diffidenza, dell’odio e della violenza: questo è il grande insegnamento di Papa Francesco".