Ubi Petrus, ibi Ecclesia: "Dove c'è Pietro, lì c'è la Chiesa" (Sant'Ambrogio, Explanatio Psalmi XL,30,5)

4 maggio 2025

ASPETTANDO IL NUOVO PAPA (PARTE III)

UNA CHIESA SEMPRE GIOVANE
PER VIVERE LA BELLEZZA E LA GIOIA DEL VANGELO

TUTTI CHIAMATI A PARTECIPARE SPIRITUALMENTE AL CONCLAVE



di Antonino Legname

Il 7 maggio 2025 inizia il Conclave per eleggere il 267° Papa della Chiesa cattolica. È un evento ecclesiale di grande spiritualità e di grande portata storica. Tutto il popolo di Dio è chiamato ad entrare spiritualmente nella Cappella Sistina, invocando lo Spirito Santo, affinché conceda alla Chiesa un Papa che sia Pastore secondo il cuore di Dio. Non dimentichiamo che lo Spirito Santo è Colui che armonizza la diversità, la pluralità, la molteplicità dei carismi e dei doni che ci sono nella Chiesa; Egli è il motore che spinge la Chiesa all'unità. La Chiesa deve essere "Casa dell'armonia"; così come in una sinfonia si accordano e si armonizzano diversi strumenti musicali che suonano insieme armoniosamente, grazie alla bravura del direttore d'orchestra, così anche nella Chiesa, è lo Spirito Santo che dirige e armonizza la varietà dei carismi. L'uniformità uccide la vita della Chiesa perché paralizza la varietà dei doni dello Spirito. L'uniformità va di pari passo con la rigidità: ma grazie a Dio - diceva papa Francesco - non siamo tutti uguali, "altrimenti sarebbe un inferno!". La discussione, la dialettica intra ecclesiale c'è sempre stata nella Chiesa e tutti devono sentirsi liberi di esprimere il loro pensiero. Ma nella Chiesa non si può ragionare in termini di maggioranza e di minoranza e non si possono applicare ad essa i criteri presi in prestito dalla politica o dalle democrazie moderne. Senza nostalgie e “indietrismi” - come li chiamava papa Francesco - la Chiesa va avanti e avanza, anche se lentamente, sulle strade della storia verso il futuro escatologico. Come ben sappiamo i tempi bimillenari della Chiesa sono lenti, festina lente (“affrettati lentamente”) – recita un antico adagio latino. Ma indietro non si torna! Si può essere fedeli alla Tradizione della Chiesa senza per questo essere tradizionalisti, cioè senza essere attaccati a certe forme esterne anacronistiche e obsolete. Nello stesso tempo, a chi guarda avanti è bene ricordare che occorre considerare con fiducia l'immenso e ricco bagaglio di esperienza di fede che ci viene tramandato dalla lunga storia della Chiesa. Benedetto XVI ebbe a dire: «La fede si evolve. Ogni generazione riscopre nuove dimensioni, suggerite dal contesto esistenziale in cui si trova a vivere e fino a quel momento rimaste ignote anche alla Chiesa». Fino a quando la Chiesa è in cammino sulle strade della storia ha sempre bisogno di adattare le sue strutture ai tempi e di “purificarsi” nei suoi membri. Ovviamente, come ha ricordato Papa Francesco, «la Chiesa non deve essere ideologizzata». In merito all’evoluzione e all’aggiornamento della Chiesa occorre evitare i due estremismi contrapposti: da una parte l’apertura indiscriminata e arbitraria a tutte le novità del mondo moderno, dall’altra la chiusura e l’immobilismo che mortificano e frenano la dimensione profetica della Chiesa. Occorre saper leggere i "segni dei tempi" per poter fare una saggia sintesi tra questi due atteggiamenti antitetici: bisogna imparare a “sentire con la Chiesa” per conciliare “novità e continuità con la tradizione”, tra “coraggio profetico e fedeltà alla istituzione ecclesiastica” e per non cadere nell’arbitrio pericoloso di volere una Chiesa a propria immagine e somiglianza. Ci vuole equilibrio tra coloro che vogliono frenare il cammino delle riforme nella Chiesa e coloro che vogliono accelerare le riforme fino al punto da voler adattare la Chiesa agli schemi sociali, culturali e politici del mondo moderno, tanto da rendere il cristianesimo annacquato e appannaggio sentimentale e filantropico dell’umanesimo contemporaneo. È un bene spingere la Chiesa a prendere il largo, lontana dai particolarismi e dalle beghe interne dei diversi schieramenti ideologizzati. Da che Chiesa è Chiesa non sono mancate le posizioni a favore o contro alcune scelte ecclesiali e pastorali dei Papi. Per esempio: Paolo VI per certe scelte fu combattuto da destra e da sinistra; considerato da alcuni un conservatore che ha impedito una piena riforma nella Chiesa; combattuto da altri come se fosse un rivoluzionario che ha alterato il volto secolare della Sposa di Cristo. In realtà Paolo VI è stato semplicemente lo strumento di Dio per realizzare il programma che Papa Giovanni XXIII aveva affidato al Concilio Vaticano II, che si riassume nella necessità di sapere leggere i "segni dei tempi" per annunciare la bellezza e la gioia del Vangelo in maniera aggiornata, in un mondo che cambia velocemente. Mi piace citare anche Giovanni Paolo I, il quale prima di diventare Papa, nel suo libro “Illustrissimi” faceva questa interessante riflessione: «È in atto nella Chiesa un rinnovamento interno e un dialogo con le forze esterne. Si incontrano però delle difficoltà […]. Da destra si grida all’empietà e al sacrilegio ogni volta che si abbandona un rito vecchio per uno nuovo. Ci sono cristiani e teologi ancora oggi convinti che il Concilio Ecumenico Vaticano II abbia rovinato la Chiesa e pensano di essere i nuovi difensori della verità, chiamati dal Signore per riportare la Chiesa sulla via della verità preconciliare. A sinistra, viceversa, si attua indiscriminatamente la novità per la novità, si smantella allegramente tutto l’edificio passato, si mandano in soffitta quadri e statue, si vede idolatria e superstizione dappertutto, si arriva a dire che, per salvare la dignità di Dio, occorre parlare di Dio in termini sceltissimi o tacere addirittura». Anche Giovanni Paolo II e Benedetto XVI hanno avuto incomprensioni e anche forti opposizioni durante il loro pontificato. Ricordiamoci che a Pietro e ai suoi Successori, Gesù di Nazaret ha consegnato le chiavi del Regno, “traditio clavium”. Gli Apostoli (i Vescovi) insieme a Pietro (il Papa) e tutta la Chiesa (cioè tutto il popolo dei battezzati) custodiscono il “deposito della fede” - ciascuno con il proprio carisma - contenuto nella Sacra Scrittura, nella Sacra Tradizione e nel Magistero della Chiesa. Pertanto, tutti i battezzati abbiamo la grande responsabilità di non disperdere questo “patrimonio di verità” che ci è stato trasmesso e di renderlo accessibile e appetibile all’uomo d’oggi, anche con i mezzi moderni della tecnologia, con gli strumenti della comunicazione sociale che Paolo VI non esitò a chiamare il “pulpito moderno”. Affidiamo il Conclave alla protezione di Maria, Madre della Chiesa e Salus Populi Romani.

Icona della "Salus Populi Romani" nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma

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