Ubi Petrus, ibi Ecclesia: "Dove c'è Pietro, lì c'è la Chiesa" (Sant'Ambrogio, Explanatio Psalmi XL, 30, 5)

lunedì 14 settembre 2020

OCCORRE CACCIARE LA MOSCA FASTIDIOSA DEL RANCORE

DIO PERDONA! E IO ...?

Francesco: “Pensa alla fine! Pensa che tu sarai in una bara… e ti porterai l’odio lì? Pensa alla fine, smetti di odiare! Smetti il rancore”.

Angelus del 13 settembre 2020 (foto da vatican.va)

di Antonino Legname

"Quanta sofferenza, quante lacerazioni, quante guerre potrebbero essere evitate, se il perdono e la misericordia fossero lo stile della nostra vita! Anche in famiglia: quante famiglie disunite che non sanno perdonarsi, quanti fratelli e sorelle che hanno questo rancore dentro", ha detto Papa Francesco all'Angelus di domenica 13 settembre 2020 in Piazza San Pietro. Non è facile perdonare chi ci ha fatto del male! Se abbiamo ricevuto un torto, un'offesa, un tradimento da qualcuno l'atteggiamento più istintivo è il rancore, la rabbia, l'antipatia, l'odio e a volte il desiderio di vendetta. Per un cristiano la miglior vendetta è il perdono. Ma umanamente il perdono delle offese ricevute ci appare come una specie di violenza al naturale istinto di risentimento e di reazione negativa. La capacità di perdonare è come una cartina di tornasole per verificare la nostra adesione ai sentimenti di Gesù, il quale non si è limitato a fare una bella lezione sul perdono, non ha fatto teoria sulla necessità di perdonare, ma Lui stesso, per primo, nel momento più estremo della sofferenza, sulla croce, ha avuto parole di perdono per i suoi crocifissori: "Padre, perdona loro" - e quasi scusandoli - "perché non sanno quello che fanno". Il Signore supera la vecchia legge del taglione, "occhio per occhio e dente per dente", e ci rivela che Dio non si stanca mai di perdonare i peccatori! E se Dio perdona sempre e tutto, anche noi dobbiamo perdonare chi ci ha offeso o ci ha fatto del male. Per quale motivo? Se cerchiamo delle risposte umane non riusciremo a trovare ragioni sufficienti che giustifichino il perdono verso coloro che ci fanno del male. La ragione si trova nel Vangelo: "Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre Vostro celeste". Da parte nostra, dice il Papa, «è necessario applicare l’amore misericordioso in tutte le relazioni umane: tra i coniugi, tra i genitori e i figli, all’interno delle nostre comunità, nella Chiesa e anche nella società e nella politica». Il perdono è l’antidoto più efficace contro l’odio, la violenza, la sete di vendetta. E a chi viene difficile perdonare, il Papa consiglia: «Pensa alla fine! Pensa che tu sarai in una bara… e ti porterai l’odio lì? Pensa alla fine, smetti di odiare! Smetti il rancore». Se vogliamo essere coerenti quando preghiamo il Padre Nostro: “Rimetti a noi i nostri debiti” anche noi dobbiamo essere disposti a rimetterli ai nostri debitori. Dice Francesco: «Queste parole contengono una verità decisiva. Non possiamo pretendere per noi il perdono di Dio, se non concediamo a nostra volta il perdono al nostro prossimo». In ogni caso, perdonare non serve solo a ristabilire e a mantenere la pace e l'armonia sociale e familiare, ma fa bene alla salute fisica e mentale. Infatti, l’odio, il rancore, il risentimento, la rabbia, il desiderio di vendetta sono delle tossine velenose che come acido corrodono il cuore e la mente di chi li prova e li alimenta. E allora cosa aspettiamo? «Smettila di odiare; caccia via il rancore, quella mosca fastidiosa che torna e torna – ha rimarcato il Papa - Se non ci sforziamo di perdonare e di amare, nemmeno noi verremo perdonati e amati».

 


ALTRI ARTICOLI