Ubi Petrus, ibi Ecclesia: "Dove c'è Pietro, lì c'è la Chiesa" (Sant'Ambrogio, Explanatio Psalmi XL, 30, 5)

lunedì 3 giugno 2019

LA FEDE “NON È QUOTATA IN BORSA”, NON SI VENDE


LE RADICI DELLA FEDE “FATTA IN CASA”
Francesco: «Quando sarà la fine del mondo? Quando le persone non ameranno più! Perché senza amore e senza Dio nessun uomo può vivere sulla terra»

Papa Francesco incontra i giovani e le famiglie a Iasi in Romania, 1 giugno 2019 (foto da vatican.va)

di Antonino Legname

«Quando cresci, non ti dimenticare di tua madre e di tua nonna e di quella fede semplice ma robusta che le caratterizzava e che dava loro forza e costanza per andare avanti e non farsi cadere le braccia», ha detto Papa Francesco durante l’incontro con la gioventù e con le famiglie a Iasi in Romania, il 1° giugno 2019.  Il Pontefice tiene a precisare che «la fede non si trasmette solo con le parole, ma con gesti, sguardi, carezze come quelle delle nostre madri, delle nostre nonne; con il sapore delle cose che abbiamo imparato in casa, in maniera semplice e genuina». Il Vescovo di Roma ha ribadito l’importanza del «camminare insieme» abbracciando le differenze. Riuscire a camminare tutti insieme, ognuno con la propria lingua e tradizione, non è sempre facile; «è un dono che dobbiamo chiedere, un’opera artigianale che siamo chiamati a costruire e a trasmettere». E lo Spirito Santo, che è armonia e unità, darà la forza «per aprire percorsi di speranza tirando fuori il meglio da ciascuno». Purtroppo, la comunione fraterna viene continuamente insidiata e minacciata dal maligno che «divide, disperde, separa e crea discordia, semina diffidenza. Vuole che viviamo “distaccati” dagli altri e da noi stessi». Da qui l’urgente necessita – esorta il Papa – di invocare lo Spirito Santo che «al contrario, ci ricorda che non siamo esseri anonimi, astratti, esseri senza volto, senza storia, senza identità». Non siamo delle isole, «non siamo esseri vuoti e superficiali». Grazie all’opera dello Spirito è possibile costruire tra gli esseri umani «una rete spirituale molto forte che ci unisce, ci “connette” e ci sostiene e che è più forte di ogni altro tipo di connessione». Il Vescovo di Roma invita a ringraziare coloro che ci hanno trasmesso la fede e «a riabilitare la generosità, il coraggio, il disinteresse di una fede “fatta in casa”, che passa inosservata ma che costruisce a poco a poco il Regno di Dio». Perché la vera fede – dice Francesco -  “non è quotata in borsa”, non si vende, ma è un dono di Dio; è «un canto più forte di tutte le sirene che vogliono paralizzare il nostro cammino» di fraternità e di solidarietà. La fede ci spinge a riconoscerci fratelli «come le stelle della notte», perché «noi apparteniamo gli uni agli altri e la felicità personale passa dal rendere felici gli altri. Tutto il resto sono favole» - ha rimarcato il Papa. È l’amore il senso e il motore della vita. E se volessimo rispondere alla domanda “quando sarà la fine del mondo?”, «Quando le persone non ameranno più, sarà davvero la fine del mondo» – risponde Francesco -  Perché senza amore e senza Dio nessun uomo può vivere sulla terra! La fine del mondo ci sarà quando attorno a noi vedremo «più trincee che strade». Allora la vita comincerà «a spegnersi e a marcire, il nostro cuore smetterà di battere»; e a questo triste epilogo, il Papa aggiunge che «quando non ci saranno sentieri dal vicino al vicino: gli anziani non sogneranno e i giovani non profetizzeranno». Francesco conclude l’incontro con i giovani e le famiglie rumene, proponendo una preghiera semplice:
«Lì dove c’è molto rumore, che sappiamo ascoltare;
dove c’è confusione, che ispiriamo armonia;
dove tutto si riveste di ambiguità, che possiamo portare chiarezza;
dove c’è esclusione, che portiamo condivisione;
in mezzo al sensazionalismo, ai messaggi e alla notizie rapide, che abbiamo cura dell’integrità degli altri;
in mezzo all’aggressività, che diamo la precedenza alla pace;
in mezzo alla falsità, che portiamo la verità».

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