LA CHIESA TRA CONSOLAZIONI E PERSECUZIONI
Francesco: «Il
sentimento amaro dell’invidia è lo
strumento del diavolo per distruggere l’annuncio evangelico»
di Antonino
Legname
Da sempre, fin dalle origini, c’è «il lavoro dello Spirito per
costruire la Chiesa, per armonizzare la Chiesa, e il lavoro del cattivo spirito
per distruggerla», ha detto Papa Francesco nella Meditazione della Messa a
Santa Marta, il 9 maggio 2020. Chi si lascia guidare dallo spirito del male non
esita a fare «ricorso ai poteri temporali per fermare la Chiesa, per distruggere
la Chiesa». Nella prima comunità cristiana, raccontata dagli Atti degli
Apostoli, emerge con chiarezza anche il conflitto tra «la Parola di Dio che
convoca, che cresce, e dall’altra parte la persecuzione» - ha sottolineato il
Pontefice. Da una parte «lo
Spirito Santo che fa l’armonia della Chiesa, e dall’altra il cattivo spirito che
distrugge». Francesco ci ricorda che, in ogni caso, «il bilancio è sempre
positivo alla lunga!»; e aggiunge: «ma quanta fatica, quanto dolore, quanto
martirio!». Proprio così: lo spirito del male è sempre in agguato per creare
divisioni, per seminare la zizzania della gelosia, per mettere gli uni contro
gli altri. Papa Francesco ribadisce che lo strumento di cui il diavolo si serve
per la sua opera di distruzione della Chiesa è l’invidia. Veramente l'invidia è un pericoloso virus molto contagioso. Chi è l’invidioso? E’ colui che non sa gioire dei successi
e della felicità degli altri, anzi gode delle disgrazie altrui. Durante l’Angelus
del 29 giugno 2019, il Papa ha paragonato l’amaro sentimento dell’invidia all’«aceto
nel cuore». Infatti, «gli invidiosi hanno uno sguardo amaro. Tante volte,
quando uno trova un invidioso, viene voglia di domandare: ma con che ha fatto
colazione oggi, col caffelatte o con l’aceto? Perché l’invidia è amara. Rende
amara la vita» e rende acido il cuore. Invece, sarebbe meraviglioso riuscire a
pensare con la mente serena che siamo tutti fratelli e «che ci apparteniamo a
vicenda, perché condividiamo la stessa fede, lo stesso amore, la stessa
speranza, lo stesso Signore» (ibid.).
Papa Francesco è convinto che la diversità arricchisce la Chiesa e sarebbe
bello se ognuno di noi potesse dire:
“Grazie, Signore, per quella persona diversa da me: è un dono” che arricchisce
la Chiesa. Questa è la fratellanza che ci deve portare ad «apprezzare le
qualità altrui, a riconoscere i doni degli altri senza malignità e senza
invidie» (ibid.). Provoca sofferenza
sapere che qualcuno possa avere gelosia di te fino a screditarti davanti agli
altri. Il Papa ci ricorda che, nella Chiesa delle origini, i Giudei «quando
videro quella moltitudine, furono ricolmi di gelosia e con parole ingiuriose
contrastavano le affermazioni di Paolo» (At
13,45). E ci sono tanti episodi, raccontati negli Atti degli Apostoli, che
descrivono la rabbia con la quale alcuni reagivano quando la predicazione e
l’opera degli Apostoli toccava i loro interessi materiali e di prestigio. A
quel punto si può diventare veramente cattivi e si è disposti ad usare
qualunque mezzo, anche la calunnia e la menzogna, per screditare e distruggere
chi è di ostacolo al perseguimento di certi interessi. Di fronte al successo
degli Apostoli alcuni «si rodevano il fegato di rabbia. E questa rabbia li
portava avanti: è la rabbia del diavolo, è la rabbia che distrugge, la rabbia
di quel “crocifiggi, crocifiggi!”» - ha rimarcato il Papa. Degli Apostoli
dicevano: “Questi sono rivoluzionari, cacciateli via”; e così iniziava la
persecuzione: «le donne hanno parlato con le altre e li hanno cacciati via:
sono state le “pie donne” della nobiltà ed anche i notabili della città». Francesco
condanna questo modo di fare per annientare le persone, specialmente quando ci
si avvale dell’appoggio del «potere temporale» per raggiungere un determinato
scopo. Ovviamente, non è bene condannare a priori il potere temporale; infatti,
precisa il Papa «esso può essere buono: le persone possono essere buone ma il
potere come tale è sempre pericoloso. Il potere del mondo contro il potere di
Dio muove tutto questo e sempre dietro di questo, a quel potere, ci sono i soldi».
La Chiesa da sempre ha dovuto lottare tra ciò che si deve a Dio e quello che si
deve a “Cesare”, tra il potere temporale e quello spirituale. Se il potere
viene usato per servire, è uno strumento utile, ma se si usa per asservire e
dominare gli altri, allora è veramente uno strumento pericoloso e diabolico. Papa
Francesco ci ricorda che «la Chiesa va avanti fra le consolazioni di Dio e le
persecuzioni del mondo» (cfr Sant’Agostino, De Civitate Dei, XVIII,
51,2) e che bisogna diffidare di una Chiesa che non ha contrarietà; «quando il
diavolo è troppo tranquillo» - dice il Papa - è segno che qualcosa non va bene.
Nella Chiesa, infatti, non sono mai mancate le difficoltà, le persecuzioni, le
tentazioni, le lotte e le gelosie. Anche Gesù ha detto ai suoi Discepoli: «Guai,
quando tutti gli uomini diranno bene di voi» (Lc 6,26). Il Papa mette in
guardia i cristiani: «stiamo attenti con la predica del Vangelo»: evitiamo di «mettere
la fiducia nei poteri temporali e nei soldi».