Ubi Petrus, ibi Ecclesia: "Dove c'è Pietro, lì c'è la Chiesa" (Sant'Ambrogio, Explanatio Psalmi XL, 30, 5)

sabato 9 maggio 2020

IL RISCHIO DEI POTERI TEMPORALI


LA CHIESA TRA CONSOLAZIONI E PERSECUZIONI

Francesco: «Il sentimento amaro dell’invidia è lo strumento del diavolo per distruggere l’annuncio evangelico»
 
Papa Francesco, Meditazione della Messa a Santa Marta, 9 maggio 2020 (foto da vatican.va)

di Antonino Legname

Da sempre, fin dalle origini, c’è «il lavoro dello Spirito per costruire la Chiesa, per armonizzare la Chiesa, e il lavoro del cattivo spirito per distruggerla», ha detto Papa Francesco nella Meditazione della Messa a Santa Marta, il 9 maggio 2020. Chi si lascia guidare dallo spirito del male non esita a fare «ricorso ai poteri temporali per fermare la Chiesa, per distruggere la Chiesa». Nella prima comunità cristiana, raccontata dagli Atti degli Apostoli, emerge con chiarezza anche il conflitto tra «la Parola di Dio che convoca, che cresce, e dall’altra parte la persecuzione» - ha sottolineato il Pontefice. Da una parte «lo Spirito Santo che fa l’armonia della Chiesa, e dall’altra il cattivo spirito che distrugge». Francesco ci ricorda che, in ogni caso, «il bilancio è sempre positivo alla lunga!»; e aggiunge: «ma quanta fatica, quanto dolore, quanto martirio!». Proprio così: lo spirito del male è sempre in agguato per creare divisioni, per seminare la zizzania della gelosia, per mettere gli uni contro gli altri. Papa Francesco ribadisce che lo strumento di cui il diavolo si serve per la sua opera di distruzione della Chiesa è l’invidia. Veramente l'invidia è un pericoloso virus molto contagioso. Chi è l’invidioso? E’ colui che non sa gioire dei successi e della felicità degli altri, anzi gode delle disgrazie altrui. Durante l’Angelus del 29 giugno 2019, il Papa ha paragonato l’amaro sentimento dell’invidia all’«aceto nel cuore». Infatti, «gli invidiosi hanno uno sguardo amaro. Tante volte, quando uno trova un invidioso, viene voglia di domandare: ma con che ha fatto colazione oggi, col caffelatte o con l’aceto? Perché l’invidia è amara. Rende amara la vita» e rende acido il cuore. Invece, sarebbe meraviglioso riuscire a pensare con la mente serena che siamo tutti fratelli e «che ci apparteniamo a vicenda, perché condividiamo la stessa fede, lo stesso amore, la stessa speranza, lo stesso Signore» (ibid.). Papa Francesco è convinto che la diversità arricchisce la Chiesa e sarebbe bello se  ognuno di noi potesse dire: “Grazie, Signore, per quella persona diversa da me: è un dono” che arricchisce la Chiesa. Questa è la fratellanza che ci deve portare ad «apprezzare le qualità altrui, a riconoscere i doni degli altri senza malignità e senza invidie» (ibid.). Provoca sofferenza sapere che qualcuno possa avere gelosia di te fino a screditarti davanti agli altri. Il Papa ci ricorda che, nella Chiesa delle origini, i Giudei «quando videro quella moltitudine, furono ricolmi di gelosia e con parole ingiuriose contrastavano le affermazioni di Paolo» (At 13,45). E ci sono tanti episodi, raccontati negli Atti degli Apostoli, che descrivono la rabbia con la quale alcuni reagivano quando la predicazione e l’opera degli Apostoli toccava i loro interessi materiali e di prestigio. A quel punto si può diventare veramente cattivi e si è disposti ad usare qualunque mezzo, anche la calunnia e la menzogna, per screditare e distruggere chi è di ostacolo al perseguimento di certi interessi. Di fronte al successo degli Apostoli alcuni «si rodevano il fegato di rabbia. E questa rabbia li portava avanti: è la rabbia del diavolo, è la rabbia che distrugge, la rabbia di quel “crocifiggi, crocifiggi!”» - ha rimarcato il Papa. Degli Apostoli dicevano: “Questi sono rivoluzionari, cacciateli via”; e così iniziava la persecuzione: «le donne hanno parlato con le altre e li hanno cacciati via: sono state le “pie donne” della nobiltà ed anche i notabili della città». Francesco condanna questo modo di fare per annientare le persone, specialmente quando ci si avvale dell’appoggio del «potere temporale» per raggiungere un determinato scopo. Ovviamente, non è bene condannare a priori il potere temporale; infatti, precisa il Papa «esso può essere buono: le persone possono essere buone ma il potere come tale è sempre pericoloso. Il potere del mondo contro il potere di Dio muove tutto questo e sempre dietro di questo, a quel potere, ci sono i soldi». La Chiesa da sempre ha dovuto lottare tra ciò che si deve a Dio e quello che si deve a “Cesare”, tra il potere temporale e quello spirituale. Se il potere viene usato per servire, è uno strumento utile, ma se si usa per asservire e dominare gli altri, allora è veramente uno strumento pericoloso e diabolico. Papa Francesco ci ricorda che «la Chiesa va avanti fra le consolazioni di Dio e le persecuzioni del mondo» (cfr Sant’Agostino, De Civitate Dei, XVIII, 51,2) e che bisogna diffidare di una Chiesa che non ha contrarietà; «quando il diavolo è troppo tranquillo» - dice il Papa - è segno che qualcosa non va bene. Nella Chiesa, infatti, non sono mai mancate le difficoltà, le persecuzioni, le tentazioni, le lotte e le gelosie. Anche Gesù ha detto ai suoi Discepoli: «Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi» (Lc 6,26). Il Papa mette in guardia i cristiani: «stiamo attenti con la predica del Vangelo»: evitiamo di «mettere la fiducia nei poteri temporali e nei soldi».

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