QUANDO LA «CONFUSIONE»
VIENE IDEOLOGIZZATA!
di Antonino
Legname
Durante l'omelia della Messa del
Crisma di quest'anno (13 aprile 2017), Papa Francesco ha esortato a non
separare le «tre grazie del Vangelo»: “la sua Verità – non negoziabile –, la sua Misericordia – incondizionata con tutti i peccatori – e la sua Gioia – intima e inclusiva –. Verità,
Misericordia e Gioia: tutte e tre insieme”. Ma non possiamo negare che da più
parti e a diversi livelli si vuole affermare l'una senza coniugarla con le
altre. Risuona come un mantra la preoccupazione di alcuni cattolici che
lamentano: «quanta confusione c'è nella Chiesa di oggi!». Sono convinto che il
più delle volte si tratti di una «confusione ideologizzata», ossia di un
pretesto, in alcuni casi, per attaccare il magistero di Papa Francesco. La
gente semplice del Popolo di Dio non avverte e non è interessata a certe
diatribe pseudo teologiche e ideologiche che tanto male hanno fatto alla Chiesa
nel corso dei secoli e tanto male fanno oggi al Popolo di Dio. “Ma come avremo
l'unità fra tutti i cristiani se non siamo capaci di averla tra noi cattolici?”,
si domandava Papa Francesco all'inizio del suo pontificato, in occasione
dell’Udienza Generale del 19 giugno 2103. La vera Chiesa, quella voluta da Gesù
di Nazaret, non è evanescente, ma purtroppo a volte viene resa invisibile e
profondamente nascosta dalle manovre di alcuni uomini di chiesa, o meglio di
“carriera”, che invece di ri-velare,
velano il volto materno e misericordioso della Sposa di Cristo. Quando mi
capita di leggere o di ascoltare la Prima Lettera di san Paolo ai Corinzi, mi
viene subito in mente il quadro ecclesiale di oggi: il rischio di dividere
l'unica Chiesa di Cristo in partiti o lobby, ciascuno dei quali pensa di avere
ragione e di poter imporre a tutti la propria idea di Chiesa. Quando si
affermano gli schieramenti di parte: il partito di Paolo, quello di Apollo o di
Cefa, quello di Giovanni Paolo II, di Benedetto XVI, di Francesco, o quella di Kiko,
di Chiara Lubich, di don Giussani, ecc. ecc., la vera Chiesa di Cristo si
frantuma e scompare; perché invece di seguire la Parola di Dio, che si pone al
di sopra di tutti, si preferisce dare ascolto alle tante opinioni umane. Nella
Chiesa è sempre reale il pericolo della disgregazione dell’unica Sposa di
Cristo in tanti gruppi e movimenti ecclesiali, che ruotano attorno ai propri
maestri e ai propri leader o predicatori, tradizionalisti o progressisti. Ma a
volte c'è il rischio di scambiare la Chiesa
per un club di amici, che amano vivere insieme attorno ad un programma
comune, che vada bene a tutti. Un programma che può essere modificato, adattato
e aggiornato tutte le volte che si vuole, perché possa meglio rispondere alle
esigenze e ai gusti degli associati. Se la Chiesa fosse riducibile ad una
società che si autogestisce, allora sarebbe legittimo migliorarla e rinnovarla
così da renderla più confortevole per tutti i suoi membri. In questo caso
sarebbe utilizzato il meccanismo della votazione e la maggioranza avrebbe il
diritto di decidere ciò che è meglio fare. Ma la Chiesa non si identifica con
un partito, né con un’associazione benefica, né con una ong, e la verità della fede non può essere un programma
modificabile ad uso e consumo degli iscritti, come avviene in un partito o
dentro un gruppo organizzato. Ci sono dei valori e dei diritti dell'essere
umano che non sono negoziabili e non c'è maggioranza o governo che possa
decidere di cambiarli o di modificarli. Anche se un popolo intero decidesse
qualcosa che va contro la dignità della persona umana, ciò rimane ugualmente
ingiusto e riprovevole. Bisogna lavorare molto per l'armonia all'interno della
stessa Chiesa cattolica, costellata da una gran quantità di Gruppi, di
Movimenti, di Associazioni, e di Aggregazioni varie, che sono un grande dono
dello Spirito e arricchiscono la Chiesa di carismi, ma che a volte si muovono e
agiscono con assoluta autonomia e chiusura, assolutizzando forme ed esperienze ecclesiali
troppo personalistiche. Parlando in generale dei Movimenti nella Chiesa, Papa
Francesco ha detto che “sono necessari” e sono una “grazia dello Spirito”,
purché abbiano lo “spirito della Chiesa”. Non si può impedire allo Spirito
Santo di fare nella Chiesa quello che vuole, perché sarà Lui stesso a fare il
lavoro dell’armonia. E allora - ha consigliato il Pontefice - “ognuno cerchi il
proprio movimento secondo il proprio carisma, dove lo porta lo Spirito”[1].
Nell’Esortazione Apostolica Evangelii
Gaudium, al n. 29, il Papa ricorda che le comunità di base, piccole o grandi,
i movimenti e
tutte le altre forme di associazionismo ecclesiale, “sono una ricchezza della
Chiesa che lo Spirito suscita per evangelizzare tutti gli ambienti e settori”. Bisogna
riconoscere che “molte volte apportano un nuovo fervore evangelizzatore e una
capacità di dialogo con il mondo che rinnovano la Chiesa”. Ma devono evitare il
rischio di isolarsi e di perdere il contatto con la parrocchia del luogo; occorre,
invece, che “si integrino con piacere nella pastorale organica della Chiesa
particolare” affinché non si trasformino in “nomadi senza radici”[2]. Un antidoto efficace contro la tanto paventata
«confusione» ecclesiale di oggi è quello di impegnarsi a conoscere meglio e
integralmente, senza pregiudizi ideologici, l'illuminato e profondo magistero di Papa
Francesco.
[1] Papa Francesco, Conferenza Stampa durante il volo di ritorno dalla XXIII GMG di Rio
de Janeiro, 28 luglio 2013.
[2] Papa Francesco, Evangelii Gaudium, n. 29; cfr. anche il n. 105: “E’ necessario,
tuttavia, rendere più stabile la partecipazione di queste aggregazioni
all’interno della pastorale d’insieme della Chiesa”.