I PRETI CORVI «SPELLANO»
E DISTRUGGONO IL PRESBITERIO
Francesco: “Quando non c’è fraternità sacerdotale c’è
tradimento”
di Antonino Legname
Durante la visita
pastorale a Genova, il 27 maggio 2017, Papa Francesco ha incontrato nella
Cattedrale i sacerdoti, i consacrati e i seminaristi, e ha parlato, tra
l'altro, della «fraternità sacerdotale». Francesco ha detto che la fraternità “è
una bella parola, ma non si quota nella borsa dei valori”. Non c'è dubbio che
la fraternità tra i sacerdoti sia "tanto difficile". A volte l'approccio e il
dialogo tra i preti diventa difficile perché c'è sempre qualcuno che crede di
sapere tutto e di non avere bisogno di quello che gli altri confratelli gli
possano dire. Il Papa, usando il linguaggio mediatico, ha definito il prete
tuttologo, che sa tutto: «prete google o
wikipedia». Quando un prete ha la
presunzione di sapere tutto rischia «l'autosufficienza», che è un male contro
lo spirito di fraternità. È bello incontrarsi tra preti e ascoltarsi! Purché
l'incontro non diventi un'occasione per fare cortile, per sparlare degli altri
confratelli. Papa Francesco, per fare comprendere meglio il carattere
distruttivo delle chiacchiere, scende nella concretezza: “Hai sentito cosa ha
detto quello scemo? Hai sentito che idea stravagante?”. Questa è la mala erba
della mormorazione, è lo “spellarsi” l’un l’altro, è la rivalità. Francesco non
ha peli sulla lingua e ha voluto confidare quello che a volte succede anche per
la nomina dei nuovi vescovi. E spiega: “Voi sapete che per fare la nomina di un
vescovo si chiedono informazioni ai sacerdoti e anche ai fedeli, alle
consacrate su questo sacerdote, e lì, nel questionario che manda il nunzio, si
dice: «questo è segreto». Non si può dire a nessuno, ma questo sacerdote è un
possibile candidato a diventare vescovo. E si chiedono informazioni. Alcune
volte si trovano vere calunnie o opinioni che, senza essere calunnie gravi,
svalutano la persona del prete; e si capisce subito che dietro c’è rivalità,
gelosia, invidia … Quando non c’è fraternità sacerdotale, c’è – è dura la
parola – c’è tradimento: si tradisce il fratello. Si vende il fratello. Per
andare su io. Si «spella» il fratello”. È quanto mai necessario “recuperare il
senso della fraternità”; bisogna imparare l'ascesi della fraternità
sacerdotale, che è alimentata, non solo dalla preghiera comune ma anche da momenti
di amichevole goliardia; consiglia il Papa: “un buon pranzetto insieme, fare
festa insieme … per i preti giovani, una partita di calcio insieme … Questo fa
bene!”. Il Vescovo di Roma invita i preti a fare un esame di coscienza su
questa cattiva abitudine delle chiacchiere: “quante volte ho parlato bene, ho
ascoltato bene, in una riunione, fratelli sacerdoti che la pensano diversamente
o che non mi piacciono? Quante volte, appena hanno incominciato a parlare, ho
chiuso le orecchie? E quante volte li ho criticati, “spiumati”, “spellati” di
nascosto?”. Il Pontefice ribadisce che le mormorazioni per invidia e per
gelosia sono “il nemico grande contro la fratellanza sacerdotale”; anche i
giudizi negativi verso gli altri fratelli sono un «male di clausura» - ha detto
il Papa - nel senso che “più siamo chiusi nei nostri interessi, tanto più
critichiamo gli altri”. E cosa fare quando un sacerdote sbaglia e si ammala
moralmente? Prego per lui? Cerco di avvicinarmi per dargli una mano, oppure
vado subito da un altro per informarlo su quello che ho saputo, amplificando il
racconto con tanti particolari e aggiunte fino al punto da sporcare ancora di
più il fratello che vive una situazione di malessere? Francesco ammonisce: “Ma
se quel poveretto è caduto vittima di Satana, anche tu vuoi schiacciarlo?
Queste cose non sono favole: questo accade, questo succede”. Purtroppo, lamenta
il Papa, tante brutte abitudini si possono prendere durante il periodo di
formazione in Seminario, e consiglia ai superiori dei seminari, ai formatori e
ai padri spirituali: “se voi vedete un seminarista bravo, intelligente, che
sembra bravo, è bravo ma è un chiacchierone [pettegolo], cacciatelo via. Perché
dopo, questa sarà un’ipoteca per la fraternità presbiterale. Se non si
corregge, cacciatelo via. Dall’inizio. C’è un detto, non so come si dice in
italiano: «Alleva corvi e ti mangeranno gli occhi». Se nel seminario tu allevi «corvi»
che «chiacchierano», distruggeranno qualsiasi presbiterio, qualsiasi fraternità
nel presbiterio”.