Ubi Petrus, ibi Ecclesia: "Dove c'è Pietro, lì c'è la Chiesa" (Sant'Ambrogio, Explanatio Psalmi XL, 30, 5)

giovedì 11 maggio 2017

LETTERA DI PAPA FRANCESCO AL CELAM - PRIMA PARTE


Prima parte
TORNARE ALLE RADICI DEL VANGELO PER "UNA CHIESA POVERA PER I POVERI"

«La corruzione è come un cancro che va consumando la vita quotidiana della nostra gente»

Papa Francesco e Nostra Signora Aparecida


di Antonino Legname

Papa Francesco l'8 maggio 2017 ha inviato una Lettera in lingua spagnola ai partecipanti alla XXXVI Assemblea Generale del Consiglio Episcopale Latinoamericano (CELAM), che si svolge dal 9 al 12 maggio a San Salvador sul tema: “Una Chiesa povera per i poveri”. In questa Lettera il Pontefice, anzitutto fa memoria dei 300 anni di Nostra Signora di Aparecida, ricordando il tempo in cui un gruppo di pescatori uscì, come era d'uso, a gettare le reti. Uscirono per guadagnarsi la vita e furono sorpresi dalla scoperta di una piccola immagine tutta coperta di fango. Era Nuestra Señora de la Concepción che per 15 anni rimase nella casa di uno di quei pescatori e lì la gente si riuniva a pregare e Lei li aiutava a crescere nella fede. Il Papa annota che sebbene siano passati 300 anni, «Nostra Signora di Aparecida ci fa crescere, ci immerge nel cammino del discepolato. Aparecida è una scuola di discepolato». Francesco, nella sua Lettera evidenzia tre aspetti: il primo riguarda i pescatori, «non erano molti, un gruppetto di uomini che ogni giorno uscivano per affrontare la giornata e l'incertezza di quello che avrebbe dato il fiume. Uomini che vivevano con l'insicurezza di non sapere quale sarebbe stato il “guadagno” della giornata. Incertezza che non era facile gestire quando si tratta di portare a casa il cibo e soprattutto quando ci sono in casa bambini da sfamare». Bergoglio mette in luce le difficoltà di quei pescatori che conoscono per esperienza l'ambivalenza che c'è tra la generosità del fiume e l'aggressività dei suoi straripamenti. Sono uomini abituati ad affrontare le difficoltà con vigore e con una certa santa «testardaggine»; sono coloro che ogni giorno non smettono - perché non possono -  di gettare le reti. Questa immagine ci aiuta ad avvicinarci alla vita di tanti nostri fratelli: «vedo i volti di persone che, al mattino presto fino a tarda notte, escono per guadagnarsi  da vivere. E lo fanno con l'insicurezza di non sapere quale sarà l'esito». E ciò che fa più male - lamenta Francesco - è vedere che, quasi ordinariamente, escono e si devo scontrare con uno dei peccati più gravi che affligge oggi il nostro Continente: «la corruzione». Francesco non usa mezzi termini per condannare la corruzione che distrugge vite umane riducendole alla più estrema povertà; che distrugge intere popolazioni costringendole a vivere nella povertà. «La corruzione è come un cancro che va consumando la vita quotidiana della nostra gente». Il Papa ammira coloro che escono per lottare contro questa piaga sociale. Il secondo aspetto è la Madre: «Maria conosce in prima persona la vita dei suoi figli … È una madre che sta attenta e accompagna la vita dei suoi». La troviamo là dove non ci si aspetta. Nella storia di Aparecida la troviamo in mezzo al fiume circondata di fango. «Là aspetta i suoi figli, là sta con i suoi figli in mezzo alle lotte e alle ricerche. Non ha paura di immergersi con loro nelle vicissitudini della storia e, se necessario, insudiciarsi per rinnovare la speranza. Maria appare là dove i pescatori gettano le reti e dove gli uomini cercano di guadagnarsi da vivere». Infine, l'incontro. «Le reti non sono riempite di pesce, ma di una presenza che ha riempito la loro vita e ha dato loro la certezza che nelle loro aspirazioni, nelle loro lotte non erano soli». Il Papa annota:  «C'è stato l'incontro di questi uomini con Maria». Dopo averla pulita e restaurata la portarono in una casa dove rimase per un po' di tempo. Quella casa fu il luogo dove i pescatori della regione si riunivano con la Aparecida. E questa presenza si fece comunità, Chiesa. «Le reti non si riempirono di pesci ma si trasformarono in comunità». Ad Aparecida si trova la dinamica del Popolo credente che si confessa peccatore e salvato, un popolo solido e testardo consapevole del fatto che la loro rete, cioè la loro vita, è piena di una presenza che li incoraggia a non perdere la speranza; una presenza che si annida nella quotidianità della casa e delle famiglie. Papa Francesco tiene a precisare che «non si offrono ricette ma chiavi, criteri, piccole grandi certezze per illuminare e soprattutto per “incendiare” il desiderio di toglierci di dosso tutta quella roba non necessaria per tornare alle radici, all'essenziale, a quell'atteggiamento che piantò la fede nella Chiesa delle origini».
[Mia traduzione dallo spagnolo]

Scena del ritrovamento dell'immagine di Nostra Signora Aparecida

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