I PECCATI DELLA COMUNICAZIONE
«La disinformazione, la calunnia e la
diffamazione»
di Antonino Legname
Il 16 dicembre 2017, Papa Francesco, ricevendo in Udienza i Membri
dell’Unione Stampa Periodica Italiana (U.S.P.I.) e della Federazione Italiana
Settimanali Cattolici (F.I.S.C.), ha detto: «Voi avete un compito, o meglio una
missione, tra le più importanti nel mondo di oggi: quella di informare
correttamente, di offrire a tutti una versione dei fatti il più possibile
aderente alla realtà». I giornalisti e gli operatori della comunicazione sono
dei veri e propri mediatori sociali «tra le conoscenze a disposizione degli
specialisti e la concreta possibilità di una loro ampia divulgazione». Il Papa
ha evidenziato il ruolo fondamentale dei professionisti dell'informazione, i
quali con la loro «voce libera e responsabile» aiutano la crescita democratica
della società, favorendo un «proficuo dibattito basato su dati reali e
correttamente riportati». E sulla correttezza dell'informazione il Pontefice ha
messo l'accento, denunciando quella spinta emotiva al sensazionalismo della
notizia a discapito della precisione e della completezza. Francesco chiede
un'informazione più «affidabile, con dati e notizie verificate», e che sia in
grado di «far crescere nei lettori un sano senso critico». Purtroppo, capita
sempre più spesso di usare i mezzi di informazione per «manipolare la realtà,
le opinioni e le persone stesse, producendo spesso inutili “polveroni
mediatici”». I giornali locali e i settimanali diocesani devono diventare uno
spazio di dialogo dove la gente e le
varie componenti ecclesiali possano facilmente comunicare. Il Pontefice avverte
l'urgenza di evitare l'inflazione dei discorsi gridati e ambigui, e auspica che
le notizie vengano «comunicate con serenità, precisione e completezza, con un
linguaggio pacato». Da una parte occorre rispettare il diritto all'informazione
e dall'altra il dovere di non ledere la dignità delle persone diffondendo
notizie avventate, poco ponderate e non verificate. Nessuno - dice il Papa - dovrebbe
essere «danneggiato in assenza di reali
e circostanziati indizi di responsabilità». Francesco non esita a stigmatizzare,
come molto gravi, alcuni «peccati della comunicazione», come per esempio la «disinformazione
– cioè dire soltanto una parte –, la calunnia, che è sensazionalistica, o la
diffamazione, cercando cose superate, vecchie, e portandole alla luce oggi:
sono peccati gravissimi, che danneggiano il cuore del giornalista e danneggiano
la gente».