Ubi Petrus, ibi Ecclesia: "Dove c'è Pietro, lì c'è la Chiesa" (Sant'Ambrogio, Explanatio Psalmi XL, 30, 5)

domenica 2 settembre 2018

«L’UNIVERSITA’ DELLE MAMME È IL LORO CUORE»


LA CHIESA PIANGE E PREGA PER I SUOI FIGLI

Francesco: «Ama la Chiesa come ami tua madre»


di Antonino Legname

(Parte IV)

Papa Francesco ha detto che per lui l’immagine più bella della Chiesa è quella della “Chiesa madre”. La Chiesa è nostra Madre, perché ci ha generati alla fede e non ci si separa dalla propria madre solo perché si è arrabbiati con lei, a causa dei tanti errori storici di alcuni suoi figli o per aver subìto qualche torto dai propri fratelli. Bisogna riscoprire il volto materno della Chiesa. Il Papa ha ricordato ai Vescovi brasiliani che l’azione pastorale della Chiesa non è altra cosa dall’esercizio della maternità della Chiesa: essa genera, allatta, fa crescere, corregge, alimenta, conduce per mano – ha detto - Serve, allora, una Chiesa capace di riscoprire le viscere materne della misericordia. Senza la misericordia c’è poco da fare oggi per inserirsi in un mondo di «feriti», che hanno bisogno di comprensione, di perdono, di amore”. Nell’intervista a “La Civiltà Cattolica” Bergoglio ha detto che “la cosa di cui la Chiesa ha più bisogno oggi è la capacità di curare le ferite e di riscaldare il cuore dei fedeli, la vicinanza, la prossimità” e paragona la Chiesa di oggi a un “ospedale da campo dopo una battaglia” e spiega: “è inutile chiedere a un ferito grave se ha il colesterolo e gli zuccheri alti! Si devono curare le sue ferite. Poi potremo parlare di tutto il resto. Curare le ferite … e bisogna cominciare dal basso”. Anche ai preti del clero di Roma, il Papa raccomanda di curare soprattutto con la misericordia e con la vicinanza le tante ferite della gente; e sono tante le persone ferite dentro e fuori questo “ospedale da campo” che è la Chiesa di oggi: “gente ferita dai problemi materiali, dagli scandali, anche nella Chiesa … Gente ferita dalle illusioni del mondo”. Bisogna curare non solo le “ferite aperte”, quelle ben visibili, ma anche le “ferite nascoste” di coloro che si allontanano dalla madre Chiesa con amarezza e delusione [...]. Tutti hanno un punto debole, il mio è l'amore per la Chiesa: come un figlio che ama la propria madre. E non si può parlare della propria madre come se fosse un'estranea o una poco di buono.
É vero che a volte la Chiesa potrebbe apparire come una madre invecchiata, con il corpo pieno di cicatrici, che sono i peccati dei suoi figli, con le rughe del tempo molto marcate, con molte protesi (che sono le strutture storiche e contingenti della Chiesa) e claudicante, e che in certi momenti stenta a tenere il passo con i tempi; mi rammarico e mi addoloro quando vedo questa madre un po’ sporca, anche a causa del mio peccato […]; ma io devo aiutare questa madre a rialzarsi e a ripulirsi. Come? Cercando anzitutto di purificare me stesso; infatti sono le tante e singole gocce di acqua sporca che fanno un mare inquinato. 
Quando ero bambino pensavo da bambino, agivo da bambino, ma quando sono diventato adulto, la madre Chiesa, che durante la mia infanzia e adolescenza mi sembrava così perfetta – come ogni bambino che esalta e idealizza le qualità della propria madre – ora invece, anzi da tempo, questa madre mi appare in tutta la sua miseria umana. A volte si abbellisce e si cura esternamente e sembra tanto bella, ma quando cala la sera, la sera dei problemi, degli scandali, delle invidie, delle diatribe tra fratelli, delle corse ai primi posti e tutto il maquillage esterno e appariscente si cancella, allora mi rendo conto che il volto di questa madre appare quasi spaventoso. Questa madre soffre e il suo volto viene sfigurato dagli scandali dei suoi figli, i quali continuano a procurarle tanti problemi e preoccupazioni, come se non bastassero gli scandali e gli errori del passato. Ma è sempre mia madre! “E’ un po’ invecchiata – ammette il Papa – e dobbiamo ringiovanirla, ma non portandola dal medico che fa la cosmetica”. La Chiesa “diventa più giovane quando è capace di generare figli; diventa più giovane quanto più diventa madre”. E come una madre pulisce il proprio bambino che si sporca, così la Chiesa – ha detto il Papa – “è tanto madre, che ci vuole anche così, tante volte sporchi, ma … ci pulisce: perché è madre!”. C’è chi si ostina a volere questa madre all’altezza dei tempi di oggi, aperta alle esigenze del mondo moderno; c’è invece chi la vuole all’antica, fortemente attaccata alla tradizione e alla sua vecchia liturgia. Questa madre è tirata e a volte strattonata dai suoi stessi figli, preti e laici, da tutte le parti, perché tutti pensano di farle del bene. Ma le lacrime di questa madre, per le infedeltà e le incoerenze dei suoi figli, sono lacrime vere. “La nostra madre Chiesa – ha detto Papa Francesco – quando è fedele sa piangere. Quando la Chiesa non piange, qualcosa non va bene. Piange per i suoi figli e prega! […]. E cosa dice il Signore alla Chiesa? – continua il Papa - «non piangere. Io sono con te, io ti accompagno, io ti aspetto»”. L'allora cardinale Jorge Mario Bergoglio, in una intervista per Vatican Insider, a commento delle tensioni e della fuga di documenti dal Vaticano, ebbe a dire: “Non devo scandalizzarmi, perché la Chiesa è mia madre: devo guardare ai peccati e alle mancanze come guarderei ai peccati e alle mancanze di mia mamma. E quando io mi ricordo di lei, mi ricordo innanzitutto di tante cose belle e buone che ha compiuto, non tanto delle mancanze o dei suoi difetti. Una madre si difende con il cuore pieno d’amore, prima che con la parole. Mi chiedo se nel cuore di molti che entrano in questa dinamica degli scandali ci sia l’amore per la Chiesa”. Papa Francesco ha ricordato a tutti i cristiani che “non si appartiene alla Chiesa come si appartiene ad una società, ad un partito o ad una qualsiasi altra organizzazione”. Tra i cristiani e la Chiesa c’è un legame viscerale e vitale come quello tra il figlio e la madre; perché, come afferma sant’Agostino, “la Chiesa è realmente madre dei cristiani”, perché li ha generati alla fede attraverso il Battesimo. Peccato che tanti cristiani non ricordano la data del loro battesimo, che è la data della loro nascita alla Chiesa – annota il Papa – è “la data nella quale la nostra mamma Chiesa ci ha partorito!”, ed ha esortato tutti i cristiani ad “amare la Chiesa come si ama la propria mamma […], la aiutiamo ad essere più bella, più autentica, più secondo il Signore”. 
Madre Teresa di Calcutta
Il compito di una madre è quello di aiutare i figli a crescere bene, di nutrirli, di educarli e di accompagnarli, con affetto e con amore, nel loro sviluppo. Ma una madre sa anche “correggere, perdonare, comprendere, sa essere vicina nella malattia, nella sofferenza” e “una buona mamma aiuta i figli a uscire da se stessi, a non rimanere comodamente sotto le ali materne, come una covata di pulcini sta sotto le ali della chioccia” […]. “La Chiesa come buona madre […] fa la stessa cosa: accompagna la nostra crescita trasmettendo la Parola di Dio, che è una luce che ci indica il cammino della vita cristiana; amministrando i Sacramenti. Ci nutre con l’Eucaristia, ci porta il perdono di Dio attraverso il Sacramento della Penitenza, ci sostiene nel momento della malattia con l’Unzione degli infermi. La Chiesa ci accompagna in tutta la nostra vita di fede, in tutta la nostra vita cristiana”. Questa è la Chiesa: una madre coraggiosa che “va avanti e fa crescere i suoi figli, dà loro forza e li accompagna fino all’ultimo congedo”. Come una madre, che con tenerezza e amore orienta i suoi figli, indicando loro la strada giusta del bene, e raddrizza il loro cammino quando sbandano e si dirigono verso i burroni della vita, così la madre Chiesa, “orienta la nostra vita, ci dà degli insegnamenti per camminare bene” e come una mamma, anche la Chiesa “non insegna mai ciò che è male”.  Una mamma non impara dai libri ciò che serve alla crescita e all’educazione dei figli, ma attinge dal suo cuore quello che insegna ai figli per farli crescere bene nella vita. “L’Università delle mamme è il loro cuore!” – ha detto Papa Francesco. 

[dal libro di Antonino Legname, Francesco il traghettatore di Dio, Le Nove Muse Editrice, Catania, Nuova edizione 2015,  pp. 123-126]. 


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